Bibbia e medicina. Nemici o amici?

Bibbia e medicina. Una riflessione!

Spesso ho sentito dire che l’uso della medicina si contrappone alla Sacra Scrittura e quindi alla fede personale, tuttavia senza provare mai seriamente una tale affermazione azzardata. L’unica apologia a tale tesi è uno o due versi dell’antico testamento interpretati incautamente. Nulla piu!

I dati in nostro possesso dicono altro e dimostrano che questa fantasiosa inimicizia non esiste; La bibbia è piena di versi che fanno capire quanto la medicina fosse d’uso comune nel mondo biblico, usata e accettata socialmente senza turbamenti fideistici, semmai riscontriamo il contrario.

 

Alcuni esempi dall’antico testamento

  1. Si parla di medici (Ger. 8:22) e sembra che venissero persino pagati (Es 21:18,19)
  2. I Sacerdoti per la legge Mosaica avevano mansioni mediche (Lev. 13)
  3. Ai tempi biblici si usavano cure mediche tradizionali: Balsamo (Ger 51:8); Bendaggi per le fratture (Ez 30:21); Cure per la sterilità (Gn 30:14); Foglie di piante per medicamenti (Ez 47:12); Disinfenzione e fasciature (Isaia 1:6).
  4. I sistemi di profilassi tra gli Ebrei dell’antico testamento erano avanzati e praticati, basta leggere alcuni passaggi del pentateuco per rendersene conto (vd. Lv 14:8-9; Num. 5:2-4)
  5. Si parla in termini di prevenzione (Dt 24:8)
  6.  Il re Ezechia viene guarito da una ulcera con un impiastro medicamentoso (2 Re 20:4-7)

il nuovo testamento

Valga la regola tanta cara ad Agostino di Ippona e a ogni sana ermeneutica:

“Novum in Vetere latet et in Novo Vetus patet” e cioè: Il nuovo testamento spiega e chiarisce l’antico testamento.

Infatti, se leggiamo tra le righe del NT a partire dai Vangeli possiamo implicitamente trovare prove della simpatia di Gesù per la medicina, o almeno il suo non essere in disaccordo:

  • Non si rifiuta di applicare a se stesso il termine “Medico” (Mt 9:12) con le stesse accezioni semantiche moderne. Vedi sotto.
  • Nella parabola del buon samaritano inserisce una cura medica: “olio e vino”, e cioè medicamenti riconosciuti universalmente al tempo di Gesù (Lc 10:34). Ecco cosa ci riporta la Mishna a proposito dell’uso antico di questi ingredienti:

“Il vino e l’olio sono permessi anche di sabato per un malato” (m.Shabbat 19:2) oppure “…chi è preoccupato per i suoi lombi [perchè ha dolori] può ungerli con olio [anche di sabato]…” (m.Shabbat 14:4)

  • Alla croce, secondo alcuni dei nostri Vangeli, Gesù sembra che beva (la seconda volta che gli viene offerto) quello che comunemente era un sedativo per il dolore (Mc 15:36). La prova antica dell’effetto medicamentoso dell’aceto/vino in quelle circostanze disgraziate ci viene ancora dal Talmud:

“Ai condannati… viene dato da bere vino mesciuto con incenso affinchè non debbano sentire dolore” (T.Semahot 44a)

Paolo ce la mette tutta per onorare Luca titolandolo “diletto medico” (gr. iatros= Medico; Uno che pratica la medicina. Col. 4:14). Non si direbbe che fosse contrariato verso la categoria!

Persino nel libro dell’Apocalisse troviamo degli accenni espliciti alla medicina: Il collirio consigliato dal Cristo glorificato (Ap. 3.18) e l’albero che guariva con le sue foglie (22:2), felice rimando alla farmacologia del tempo.

La Prova sciacciante!

Poiché il critico vorrà, secondo prassi, un verso esplicito che comprovi la tesi contraria (sic. e forse neanche questo lo convincerà), ho tenuto infine quello che a mio parere è la prova regina, o meglio come da sottotitolo “la prova schiacciante”.

Ecco il consiglio che Paolo dà a Timoteo per un sua patologia:

“Non continuare a bere acqua soltanto, ma prendi un po’ di vino a causa del tuo stomaco e delle tue frequenti indisposizioni (gr.astheneia: debolezza, malattia)” (1Tim. 5:23).

Adesso è risaputo che al tempo degli apostoli il vino era universalmente riconosciuto come una medicina che curava alcune patologie, come abbiamo già letto sopra, ma serviva soprattutto per i problemi di stomaco. Valga quest’unica citazione tra le tante che ci arriva dal passato:

“Solitamente i medici aiutano quanti, avendo lo stomaco pigro, bisognosi di un tonico, prescrivendo loro niente di caldo ma bensì vino” (Plutarco, quaest. conv. 3,5,2,2)

Dunque, niente invocazioni di miracoli! Non sappiamo quando pregarono e se lo fecero, ma i dati crudi che ci stanno davanti ci parlano di medicina. Proprio cosi: un consiglio medico!

Uno dei più grandi esperti delle espistole pastorali, l’esegeta e grecista C.Spicq, a proposito di questo verso dice:

“Ordinando un tale rimedio, san Paolo si attiene alle consuetudini terapeutiche dei dottori dell’antichità…” (da Notes de lexicographie néo-testamentaire)

TIRIAMO dunque LE SOMME

Proviamo ad ordinare i dati per giungere ad una conclusione:

  • Nelle Scritture si parla di medici e persino del loro salario senza muovere critica alcuna.
  • I Sacerdoti nell’antico patto avevano mansioni chiaramente mediche.
  • Si parla di tecniche mediche e di farmaci antichi.
  • La profilassi era comandata ed era una abitudine degli uomini e delle donne della bibbia.
  • Esiste persino l’invito alla prevenzione medica.
  • Gesù e Paolo parlano di rimando della professione medica con simpatia, sottointendendo a questa categoria il diritto ad esistere.
  • Nel caso anticotestamentario di Ezechia, la guarigione divina non stigmatizza quella medica, anzi si sovrappongono.
  • Esiste almeno una chiara prova che Gesù fece uso di almeno un farmaco tradizionale del tempo.
  • Il caso di Timoteo è illuminante: ha una patologia e gli viene consigliato un farmaco da un Apostolo.

Una conclusione teologica

Una sana riflessione teologica impone come minimo di chiedersi il perché lo Spirito Santo si è premurato di lasciarci queste spie teologiche. Il solo fatto che ci siano, spinge a credere che esiste una coscienza collettiva di accettazione implicita degli autori biblici su questo argomento, e dà al teologo e a noi materiale abbondante su cui riflettere.

E proprio a proposito di riflessione, si poteva arrivare alle stesse conclusioni anche per altre vie, come per esempio riflettere sull’antropologia biblica, il contesto sociale o altro, ma ho deciso volutamente di privarmene almeno stavolta, pur sapendo che gli argomenti riportati sopra li sottoscrivono e li presuppongono implicitamente.

La somma dei dati, o meglio la voce del canone biblico, ci autorizza in buona coscienza di servirsi della scienza medica al bisogno, e ci impegna persino alla prevenzione, argomento quest’ultimo che ci fa pensare legittimamente anche ai vaccini. Evidentemente non sono dogmi a cui attenerci obbligatoriamente ma ci sono tutte le carte in regola per riconoscere onestamente alla Sacra Scrittura una direzione contraria al negazionismo farmacologico. Questo non toglie il miracoloso o l’intervento divino dal nostro orizzonte, ma ci spinge ad apprezzare i mezzi visibili donatici e contemplati dalla provvidenza divina e a ricordare con Giacomo che “ogni cosa buona viene dall’alto e scende da Dio” (1:17) e a considerarli non come antagonisti ma persino alleati.

L’ordine su cosa fare prima non sarò io a deciderlo, ma forse quell’antico adagio “quando l’uomo non può più niente, Dio inizia!” è un buon consiglio!

La prossima volta, quindi, che ti troverai a pregare, aggiungi un altro motivo di lode al Signore: “ti ringrazio anche per la buona scienza!”

(Angelo D’agostino)