Dio ti augura buone vacanze! Una piccola riflessione.

Vacanze e bibbia; è possibile una teologia?

Penso che ci sia molto confusione su questo tema, e l’idea di vedere dei credenti disorientati non è piacevole. Ecco perché ho deciso di scrivere questo piccolo articolo sulle vacanze da una prospettiva biblica e cristiana. Nessun trattato esauriente ma quel che basta per orientarsi.

Il buon giorno si vede dal mattino, nel nostro caso dal principio.

Nel primo libro della bibbia, cioè la Genesi, viene detto che Dio dopo aver creato l’universo, nel settimo giorno “si riposò” (Gen.2:2). È chiaro che più che riposo letterale (Dio non si stanca fisicamente) qui viene indicato una cessazione di attività, ed è proprio questo che significa il temine originale ebraico: “Dio si fermò, smise di lavorare”. Ma il racconto, più che la letteralità, ci trasmette una lezione spirituale: tutti abbiamo bisogno di riposarci! Questo sospetto della lezione si fa certezza quando ritroviamo codificato nella legge mosaica il comando del sabato: “Per sei giorni farai il tuo lavoro; ma il settimo giorno ti riposerai, perché il tuo bue e il tuo asino possano riposarsi e il figlio della tua serva e lo straniero possano riprendere fiato.” (Esodo 23:12)

Poiché questo insegnamento lo troviamo già nel racconto della creazione, concludiamo che questo principio etico vale per ogni uomo/donna di ogni tempo; E’ come se Dio stesse dicendo che tutti hanno il diritto di un momento di ristoro dopo un periodo lavorativo.

Israeliti festaioli, sì ma con la complicità di Dio.

Le regole delle feste istituite per gli Ebrei si trovano in alcuni libri del pentateuco, sovente ritroviamo tra le righe di queste istituzioni frasi del tipo:

Celebrerai la festa delle Capanne per sette giorni, quando avrai raccolto il prodotto della tua aia e del tuo torchio; ti rallegrerai in questa tua festa, tu, tuo figlio, tua figlia, il tuo servo, la tua serva, il Levita, lo straniero, l’orfano e la vedova che abitano nelle tue città. Celebrerai la festa per sette giorni in onore del SIGNORE tuo Dio, nel luogo che il SIGNORE avrà scelto; poiché il SIGNORE, il tuo Dio, ti benedirà in tutta la tua raccolta e in tutta l’opera delle tue mani, e ti darai interamente alla gioia. (Deut. 16:13-15).

Ovviamente è solo un testo rappresentativo tra i molti, ma basti questo per anticipare le somme: gioia, celebrezione, allegria, pause festive; tutto ciò che serve per parlare di vacanze con la V maiuscola.

L’antropologia biblica e le vacanze.

Per la Bibbia noi non abbiamo un corpo ma <<siamo corpo>>. In considerazione di questa visione antropologica, la Scrittura ci dice che il corpo si stanca, ha fame, ha sete; e senza sconti per nessuno, persino Gesù non ne fu immune! (cfr. Gv4:6-8). E’ chiaro, quindi, che dobbiamo colmare questi stati fisiologici con cibo, vivande e buon riposo, tutti biblicamente doni di Dio.

E’ proprio Gesù stesso ci dà un altro spunto per riflettere: in una certa situazione invitò i suoi discepoli a seguirlo in un posto isolato per riposare e riposarsi (Mc 6:31). Per sicura ammissione, quindi, l’insegnamento che ne traiamo anche in questo racconto è che anche il corpo di un credente ha bisogno di tempi più o meno lunghi per ristorarsi.

Anche Gesù faceva le vacanze.

Chi non ricorda le nozze di Cana? Cosa ci possono dire sul nostro tema? Leggiamo:

Tre giorni dopo, ci fu una festa nuziale in Cana di Galilea, e c’era la madre di Gesù. E Gesù pure fu invitato con i suoi discepoli alle nozze. Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: « Non hanno più vino » … Sua madre disse ai servitori: « Fate tutto quel che vi dirà ». C’erano là sei recipienti di pietra, del tipo adoperato per la purificazione dei Giudei, i quali contenevano ciascuno due o tre misure. Gesù disse loro: « Riempite d’acqua i recipienti ». Ed essi li riempirono fino all’orlo. Poi disse loro: « Adesso attingete e portatene al maestro di tavola ». Ed essi gliene portarono. Quando il maestro di tavola ebbe assaggiato l’acqua che era diventata vino (Gv 2).

Questo può soltanto voler dire, prendersi una lunga pausa dagli impegni ordinari e lavorativi per dedicarsi attivamente agli amici, ai parenti e felicemente anche a se stessi. E chi conosce anche basilarmente gli usi e costumi dei matrimoni ai tempi di Gesù, sa che non esagero quando dico “lunga pausa” e “felicemente”: Musica, balli, scherzi, giochi, cibo e bavande potevano durare anche una settimana! E a proposito di bevande, il vino era il massimo simbolo di gioia in una festa:

“…il vino che rallegra il cuore dell’uomo…” (Salmo 104:15)

“…Bevi il tuo vino con cuore allegro…”(Eccl.9:7)

Gli Ebrei ancora oggi dicono: “Se non c’è vino non c’è festa”

Adesso riesci a capire uno dei perchè del miracolo di Cana? Che meravigliose vacanze!

E la durata?

Anche l’estensione ci viene implicitamente consigliata: Nel caso del sabato, un giorno ogni sette; per altri periodi festivi un tempo più lungo ma proporzionalmente sempre minore alla normale attività lavorativa.

Per concludere.

Non esiste motivo per dubitare dell’insegnamento biblico su questo tema né può sorgere turbamento alcuno nel cuore di un credente che sente la necessità o il bisogno di farsi delle vacanze, a patto che queste ultime non siano “ferie spirituali” ovviamente, e che non siano in contrasto con la propria coscienza cristiana. Si è credenti anche in vacanza!

Adesso possiamo rispondere alla domanda iniziale: “Vacanze e Bibbia, è possibile una teologia?”  Dio dice sì!

Quindi, Buone vacanze a tutti!