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Il codice Vaticano

«Codex Vaticanus» o «codice Vaticano» siglato dagli studiosi con B 03 è un codice greco membranaceo in onciale (maiuscolo) del IV secolo, conservato nella Biblioteca Vaticana, Città del Vaticano (gr. 1209), dove entrò tra il 1475 e il 1481. Il manoscritto, che conta 1536 pagine numerate in alto a destra, comprendeva in origine l’intero Antico Testamento, mancante, poi, della prima parte (fino a Gn 46,28, 31 fogli) e alcune porzioni dei Salmi (20 fogli); nel NT le parti mancanti vanno dalla lettera agli Ebrei (da 9,14) in avanti.

Il manoscritto è formato da 142 fogli (per il NT), con il testo disposto su tre colonne di 42 righe, le dimensioni del foglio sono di 27 x 27cm. Il testo è suddiviso in forma di capitoli, con una sequenza diversa da quella normalmente conosciuta. Non presenta la Seconda lettera di Pietro, a testimonianza della non canonicità del testo al momento della stesura del manoscritto. Per le Lettere paoline si nota una suddivisione continua dei capitoli, dalla lettera ai Romani in avanti.

Il codice è riconosciuto come uno tra i più importanti e preziosi testimoni del testo biblico, scritto in carattere onciale elegante e minuto. A questa originaria scrittura si sovrappose, per opera di un secondo copista, una grafia ricalcata sulla precedente tranne per quei passaggi considerati non autentici. Questo scriba aggiunse anche gli accentie gli spiriti alle lettere greche. Alcune ipotesi paleografiche e testuali associano il manoscritto, insieme con il Sinaiticus (siglato א), al gruppo di cinquanta copie preparate per l’imperatore Costantino dalla scuola scrittoria di Eusebio (ca. 263-339). Ma non tutti gli studiosi sono d’accordo su questo.

Il codice appartiene al testo del tipo «alessandrino», diffuso in Egitto intorno al 200, il testo che secondo la maggioranza dei Filologi neotestamentaristi è tra i più affidabili. La ricerca e la ri-creazione di un testo neutrale, a partire da Westcott-Hort e fino ad arrivare al Nestle-Aland e UBS, e più vicino all’autografo (originale) si basa essenzialmente su questo tipo testuale. Alla metà del novecento tanti noti studiosi fecero la spola per poterlo studiare personalmente e direttamente. Alcuni di questi fuorno Tischendorf e Tregelles ma con scarsi risultati.

Oggi è possibile sfogliarlo e leggerlo in alta risoluzione online cliccando QUI

Per approfondire ulteriormente leggi: B. Metzger, il testo del nuovo testamento, Paideia; S. Cingolani, Dizionario di critica testuale, San Paolo 2008; R. Maisano, Filologia del nuovo testamento, Carocci.