L’ebreo David Flusser e il Gesù dei Vangeli. Storia o solo Kerygma?

Il Gesù storico secondo l’ebreo David Flusser.

Flusser non ha bisogno di presentazioni tra gli specialisti ma per chi non lo conoscesse basti sapere che è stato ritenuto uno dei più grandi studiosi di giudaismo antico e letteratura coeva. Fu un pioniere negli studi dei rotoli di qumran e le sue intuizioni e le sue conclusioni sono state fatte proprie da tantissimi studiosi rinomati. Scrisse tantissimi libri sul tema e alcuni di questi furono tradotti in decine di lingue e divennero best-seller. La sua carriera accademica la svolse a Gerusalemme dove insegnò all’università ebraica. Fra le molte materie, insegnò anche cristianesimo antico. La figura di Gesù lo affascinò da sempre, pur non essendo cristiano, e vi scrisse tanti saggi, tra cui il libro più famoso «Jesus» edito anche qui in italia dalla casa editrice Morcelliana.

Quest’ultimo titolo sarà il trampolino per questo articolo. Senza pretendere di originare nessun tipo di sospetto sulla sua identità fideistica, sottolineo quello che ho già detto: Flusser rimase tutta la vita ebreo e morì ebreo. La sua vicinanza alla figura di Gesù fu all’inizio da curioso, poi da studioso ma l’enfasi che Flusser ha voluto dare in tutta la sua carriera è che Gesù Cristo è stato ebreo (come Lui) fino alla fine, e per poter essere capito deve essere interpretato in quel contesto. La novità sta nel fatto che non si risparmia di vedere e credere che in Gesù qualcosa, e forse più di qualcosa, fu realmente trascendente e i Vangeli, principalmente i sinottici, sono resoconti affidabili di quella storia.

Cristiani critici ma Ebrei no!

Il periodo in cui scrisse il suo Jesus era tempo di sospetti e ipercriticità nei confronti della figura del Gesù storico. Paradossalmente dando alle stampe il suo libro dedicato alla figura storica di Gesù il professore ebreo Flusser si propose di fermare l’idea che si era oramai diffusa tra gli esegeti cristiani e cioè che i vangeli non sarebbero resoconti affidabili della vita di Gesù ma solo costruzioni teologiche. Il motto del teologo cristiano Bultmann era oramai assimilato come fatto incontrovertibile nei corridoi delle università teologiche (protestanti e non), costui affermava: “non sappiamo nulla della vita di Gesù nè del Gesù storico, nè possiamo saperlo…la figura del vero Gesù è stata sepolta sotto strati e strati di annunci teologici e mitici [cioè i vangeli]”. Dal tempo in cui il teologo Remerius originò i primi sospetti nel 18° sec. sull’affidabilità storica dei Vangeli, quella di Bultmann e della sua scuola, poi, fu quella più diffusa e popolare. Flusser esce allo scoperto con due armi potentissime: la sua grande preparazione e la sua semplicità espositiva.

Nelle sue opere a più riprese critica l’eccessiva sfiducia degli esegeti cristiani sulla genuinità della figura di Gesù che traspare dai vangeli e il libro Jesus ne è una prova. Spulciando tra le sue pagine rivedremo Gesù avvolto di luce ulteriore e comprenderemo il motivo di molte cose prima ai più incomprensibili. Ma spulciando e soffermandoci su alcune frasi scritte che arriva la meraviglia. Vediamoli:

  • Sulla possibilità di ricostruire una vita di Gesù a pag. 27 troviamo scritto: “Questo libro è nato soprattutto per mostrare come sia possibile scrivere una storia della vita di Gesù…insieme allo storico Giuseppe Flavio e forse Paolo, Gesù è l’ebreo del periodo immediatamente successivo a quello a.t. sulla cui vita  e idee sappiamo di più”
  • Riguardo all’attendibilità storica dei Vangeli a pag.29 scrive: “Le notizie su Gesù lasciateci dai primi cristiani non sono così inattendibili come oggi spesso si crede. Non solo nei primi tre vangeli Gesù è ritratto abbastanza fedelmente come un ebreo del suo tempo, ma perfino il suo modo di parlare del salvatore in terza persona vi è sempre mantenuto”…”E’ evidente che un ritratto del Gesù storico potrebbe essersi formato anche indipendentemente dall’esperienza della risurrezione vissuta dalla comunità post-pasquale. Una serie di racconti di miracoli e prediche non può essere interpretata come annuncio “kerigmatico” della fede nel Signore, così come fa oggi la maggior parte degli studiosi e dei teologi”…”il Gesù rappresentato nei sinottici è dunque il Gesù storico e non il “Cristo kerygmatico”.
  • Alla pagina 42, Flusser scrive che “la formazione ebraica di Gesù era incomparabilmente più alta di Paolo” a dispetto di chi vuole vedere in Gesù un povero sempliciotto.
  • Alle pagine 52 e seguenti, non nega nemmeno l’esperienza mistica del battesimo di Gesù e perfino della voce dal cielo. Parla di “esperienza pneumatica-mistica”.
  • Nel capitolo «Il figlio» a pagina 135, descriverà Gesù come un taumaturgo e cioè un guaritore, non negando affatto i miracoli descritti dai Vangeli. Flusser sa che certe cose sono possibili e nei vangeli ben attestati.
  • Ma a pagina 169 sorprende ancora di più. A proposito della risurrezione di Gesù afferma: “E non c’è da dubitare che il crocefisso sia apparso a Pietro, e quindi ai dodici, e in seguito a più di cinquecento fratelli in una sola volta…inoltre a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli e infine a Paolo sulla via di Damasco”

Le briciole raccolte un po’ dovunque nel libro di Flusser sono sicuramente poche ma essenziali per capire le sue idee su alcune cose importanti della figura di Gesù e della sua vita. A dire il vero si arrossisce davanti a certe affermazioni.  Ci si aspetterebbe tali posizioni dagli studiosi cristiani, fuor di dubbio. Benchè le cose siano progredite e i sospetti si siano attenuati di molto sulla figura del Gesù storico, invero si ritrova ancora molto scetticismo camuffato da erudizione tra gli esegeti e teologi cristiani. Scetticismo infondato però; parola di un Ebreo non cristiano!